Il “Benedetto Radice” a teatro: riscopriamo i “Promessi sposi”.

Considerazioni in punta di taccuino di un osservatore curioso A cura di Alex Lembo

E’ il 5 Marzo e oggi tra gli studenti si nota un’ inaspettata attesa al suono della campana della prima ora. Il motivo è presto svelato: in questa giornata i ragazzi, ma anche i docenti, prenderanno parte ad una lezione di letteratura un pò diversa. Il teatro “Metropolitan” di Catania, infatti, ospiterà gli studenti del “Benedetto Radice” e lo Staff della “Poetica produzioni” metterà in scena il famoso capolavoro di Alessandro Manzoni, “I Promessi Sposi”.

Per chi ancora non avesse studiato la storia dei due innamorati più famosi della letteratura italiana o, purtroppo, non ha preso parte all’uscita didattica, facciamo una breve introduzione.
Il racconto è ambientato in Lombardia tra il 1628 e il 1630. I protagonisti principali sono Renzo Tramaglino e Lucia Mondella. I due giovani sono in procinto di diventare marito e moglie, ma il loro matrimonio viene impedito dall’arroganza di Don Rodrigo. In seguito ad una serie di vicissitudini, i due saranno costretti a fuggire dal proprio paese e ad allontanarsi l’uno dall’altro. Questo è anche il periodo della peste, che metterà ancora più a rischio la già tormentata storia d’amore.

Nessuna anticipazione sul finale: se questa poche parole vi hanno colpito, magari questo romanzo e la sua interpretazione teatrale fanno per voi!
Ma partiamo dall’ inizio e fotografiamo la giornata.

L’arrivo precoce nella città ha permesso agli studenti di muoversi liberamente e osservare la sempre coinvolgente atmosfera catanese. In seguito, ci si dirige presso il teatro. La posizione della struttura è davvero strategica: all’ombra della villa Bellini. Sicuramente d’impatto sono le proporzioni tra spazi esterni ed interni. L’ingresso esterno si mostra piuttosto compatto, sviluppandosi all’incirca per una decina di metri ma, dopo aver varcato l’ingresso, tutto cambia. Gli spazi interni si presentano ampi, ma non dispersivi. L’atrio si mostra ospitale, come anche l’accoglienza da parte dello Staff del teatro. La sala vanta dimensioni notevoli e la capienza è davvero elevata, circa 1700 posti. Tuttavia, la disposizione si rivela funzionale: anche chi siede nelle ultime file, infatti, potrà comunque beneficiare di una buona visione e godere di una buona acustica.
Passano pochi minuti prima dell’inizio dello spettacolo.
La scenografia è ben curata. Gli attori indossano costumi abbastanza semplici, coerentemente al periodo in cui è ambientata la vicenda. Sul palcoscenico, con il susseguirsi delle varie scene, si alternano elementi fisici a elementi simulati, rendendo il tutto più dinamico. Sicuramente d’impatto è l’effetto di profondità generato dall’uso di un telo, che crea distacco tra gli elementi principali e quelli secondari. Gli attori sono riusciti ad entrare bene nel ruolo da loro interpretato. Spesso si sono alternati momenti musicali che hanno messo in luce la varietà di voci presenti sul palco, anche se la base di sottofondo non era suonata dal vivo. In generale, lo spettacolo si riesce a seguire davvero facilmente e le varie interpretazioni sono ben esplicitate. Le scene non si sono quasi mai rivelate lunghe, riuscendo a mantenere viva l’attenzione degli spettatori fino alla fine.

Sono state messe in scena solo le parti salienti del lungo romanzo scritto da Manzoni, ma in uno spettacolo di poco più di un’ora è possibile rivivere in maniera piacevole una delle storie d’amore più famosa della letteratura italiana.

Consigliamo vivamente la visione di questo spettacolo e, sicuramente, anche l’esperienza con il teatro Metropolitan di Catania.
In seguito, gli studenti hanno avuto la possibilità di continuare a scoprire le principali vie della città, in attesa di risalire nuovamente sui pullman alla volta di Bronte.
Si è conclusa dunque così la giornata, all’insegna dell’amore e della cultura. A giudicare dalle reazioni dei ragazzi, è stata sicuramente apprezzata l’interpretazione alternativa di un’opera che, fino ad oggi, era solamente stata letta sui libri. Ci auguriamo, pertanto, che la scuola possa sempre proporre iniziative simili a questa.

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